7 giu 2014

Parliamo di Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco)


Con l'annuncio dell'uscita nelle sale del film animato "Legend of Sanctuary", sembra più che lecito spendere due paroline riguardo la saga di Masakami Kurumada nata nel 1985, la cui trasposizione animata è divenuta una delle serie simbolo degli anni '90.



Perché ci piace Saint Seiya?
Una domanda più difficile di quanto possa sembrare. Chiunque è cresciuto con questo anime si sente fisicamente impossibilitato a parlarne male. Oggettivamente di pecche ce ne sarebbero: età dei personaggi incongruenti con l'aspetto fisico (all'inizio della serie Pegasus ha 13 anni), tempi di narrazione talvolta sballati, situazioni ridondanti, power up improbabili e un potenziale fan service che trabocca da tutte le parti. Tuttavia tali discrepanze sono ben poca cosa rispetto all'enorme successo riscontrato.
Il carisma dei personaggi, le stupende armature, i combattimenti spettacolari e un messaggio immortale: difendere la giustizia!
Ciò che trapela da ogni pagina, o da ogni scena, è l'instancabile senso di giustizia dei nostri protagonisti (e non solo) e la volontà di combattere per il Bene supremo ad ogni costo. 
Questo anime/manga si basa principalmente sui combattimenti, spesso lunghi e sofferti, contornati da un certo pathos anche grazie ai vari monologhi interiori dei personaggi; i pensieri sia dei protagonisti che degli antagonisti vengono rivelati allo spettatore, così da regalare maggiore emotività e partecipazione ad ogni duello.
Altro elemento affascinante è la dimostrazione che il confine tra Bene e Male è molto sottile e difficile da distinguere; nessun antagonista è realmente cattivo e ognuno ha più o meno le sue buone ragioni per aver scelto una fazione piuttosto che un'altra. Chi conosce Saint Seiya sa fin troppo bene che nella maggior parte dei casi ci si dispera per la morte di un antagonista come se fosse un nostro eroe.




Dopo quella conosciuta come la "Guerra Galattica", in ogni serie è presente una corsa contro il tempo che porta al superamento di vari step (case, colonne, ecc...) per poi raggiungere il boss di turno per salvare una moribonda Lady Isabel alias Atena dea della giustizia. Per motivi differenti, con differenti ambientazioni e risvolti narrativi, i nostri protagonisti sono l'emblema del percorso di crescita, nel quale, per raggiungere un obiettivo dovranno affrontare varie difficoltà e avversari sempre più forti, che potranno essere sconfitti solo con un continuo superamento dei propri limiti, a volte col sostegno dei propri amici ma il più delle volte col solo aiuto delle proprie forze. Questo è un messaggio tipico degli shonen manga, indirizzato agli adolescenti, che sprona a dare sempre il meglio di sé, e se ci si sacrifica credendo nei propri ideali si riuscirà a vincere. Saint Seiya parla di amicizia, di fede e di coraggio.

Questi sono probabilmente gli elementi che hanno reso il successo di questo anime/manga tanto longevo.


 Difficile dire cosa ci si potrà aspettare da quello che sembra un concept character di Dynasty Warriors (guardate la foto sotto e ditemi se non ho ragione).



A quanto pare la trasposizione cinematografica si baserà sulla "corsa delle 12 case" e quindi il combattimento contro i cavalieri d'oro. 
Quanti degli aspetti che hanno reso Saint Seiya una leggenda si riproporranno in questa versione riveduta e corretta? Sarà un degno tributo alla saga o si rivelerà uno scadente tentativo di sfruttare un titolo celebre? E' presto per dirlo perché il film non sarà nelle sale prima di novembre. Per ora godiamoci la serie originale insieme ai vari spin-off. I pronostici degli appassionati non sembrano dei migliori, spero solo che si sbaglino. 
Per il resto, se ne riparlerà in autunno.