Avventura, divertimento, emozione: ecco i tre ingredienti principali dell'ultima fatica della DreamWorks. Da non perdere assolutamente!
Tornano
sul grande schermo il giovane vichingo Hiccup con il suo drago Sdentato
(Toothless) in How To Train Your Dragon 2, uscito in Italia con il
titolo di Dragon Trainer 2; secondo capitolo di quella che sarà una
trilogia di film d'animazione ispirati ai romanzi di Cressida Cowell.
Ogni volta che si va al cinema per un sequiel la sottoscritta prova sempre un misto di eccitazione e preoccupazione: eccitazione nel rivedere personaggi e ambienti già conosciuti e apprezzati, preoccupazione per lo spauracchio del flop nel quale spesso rischia di schivolare un materiale già sfruttato. Fortunatamente (in barba ad alcune critiche poco fiduciose) il film è stato all'altezza delle mie più alte aspettative.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il salto temporale, infatti la vicenda si svolge cinque anni dopo il primo capitolo, il nostro protagonista ha ormai vent'anni e da adolescente sta approdando nel mondo degli adulti, cosa visibile anche nell'aspetto fisico (l'accenno di barba è un tocco di classe da parte degli animatori). Ho apprezzato questo aspetto perché di rado si affronta seriamente in un film con un target maggormente giovane il tema del passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Infatti il giovane Hiccup dovrà fare i conti con il fatto di essere il successore del capo del villaggio mettendosi di fronte alla consapevolezza di acquisire non solo responsabilità di un adulto ma anche di un leader. Ho apprezzato anche il rapporto con la compagna Astrid, molto realistico e genuino rispetto a tante coppie artificiose del cinema.
L'atmosfera che si respira è quella di un tangibile mondo da sogno, specie nella valle dei draghi.
Di draghi se ne trovano di tutti i tipi, anche bellissime specie nuove, ma nessuno di questi può competere con il carisma di Sdentato, magistralmente animato, in grado di trasmettere ogni tipo di emozione senza dire una parola.
Inutile dire quanto abbia apprezzato il personaggio di Valka, doppiato nella versione originale da Cate Blanchett, a mio avviso una palese citazione di Princess Mononoke; di fatto questo capitolo della saga sembra aver avuto un'evidente influenza in stile Myazaki (cosa che non mi dispiace affatto), testimonianza del fatto che anche in occidente si inizia a consolidare i film d'animazione ad un livello ben più alto rispetto a diversi anni fa.
Di draghi se ne trovano di tutti i tipi, anche bellissime specie nuove, ma nessuno di questi può competere con il carisma di Sdentato, magistralmente animato, in grado di trasmettere ogni tipo di emozione senza dire una parola.
Inutile dire quanto abbia apprezzato il personaggio di Valka, doppiato nella versione originale da Cate Blanchett, a mio avviso una palese citazione di Princess Mononoke; di fatto questo capitolo della saga sembra aver avuto un'evidente influenza in stile Myazaki (cosa che non mi dispiace affatto), testimonianza del fatto che anche in occidente si inizia a consolidare i film d'animazione ad un livello ben più alto rispetto a diversi anni fa.
Altro nuovo personaggio è il cacciatore di draghi Ereth, doppiato nella versione originale dalla star di Game of Thrones Kit Harington, personaggio che (forse è solo un'impressione mia) trapela una certa ignoranza in pieno stile Jon Snow!
Più che nel capitolo precedente si percepisce il messaggio naturalista, la quasi utopica idea della possibilità di insegnare all'uomo ad adattarsi alla natura piuttosto che il contrario.
Inoltre (come accennato prima) i temi sono maturati con il protagonista, per tutta la durata del film si può leggere tra le righe come Hiccup, dove nel primo film tentava di farsi accettare dagli altri, ora tenta di mettersi alla prova per affermare se stesso, cercando una sua identità che lo porterà a capire se sia davvero in grado di essere un leader; un percorso che Sdentato percorrerà parallelamente assieme a lui.
Inoltre (come accennato prima) i temi sono maturati con il protagonista, per tutta la durata del film si può leggere tra le righe come Hiccup, dove nel primo film tentava di farsi accettare dagli altri, ora tenta di mettersi alla prova per affermare se stesso, cercando una sua identità che lo porterà a capire se sia davvero in grado di essere un leader; un percorso che Sdentato percorrerà parallelamente assieme a lui.
A conti fatti ci troviamo di fronte ad un ottimo film d'animazione in grado di tener testa al primo capitolo e a soddisfare le aspettative dei fan, voler cercare difetti evidenti è solo una mera ricerca del pelo nell'uovo! Dragon Trainer 2 sa toccare argomenti anche adulti senza appesantire e riesce a bilanciare perfettamente il pathos alternandolo con piccole gag che spezzano la tensione senza però ridicolizzare lo svolgimento della trama.
Un'avventura bella da vedere che sembra quasi essere indirizzata più ai grandi che ai piccoli, che sembra voler cercare di aprire gli occhi ai nuovi adulti, esortandoli a smettere di scappare e a prendere in mano la propria vita come ha fatto Hiccup, che cerca di far capire che facciamo parte del mondo e per cambiarlo non dobbiamo isolarci ma dare l'esempio.
Un messaggio potente e colmo di speranza che non passa mai di moda.
Un'avventura bella da vedere che sembra quasi essere indirizzata più ai grandi che ai piccoli, che sembra voler cercare di aprire gli occhi ai nuovi adulti, esortandoli a smettere di scappare e a prendere in mano la propria vita come ha fatto Hiccup, che cerca di far capire che facciamo parte del mondo e per cambiarlo non dobbiamo isolarci ma dare l'esempio.
Un messaggio potente e colmo di speranza che non passa mai di moda.
Si può quindi affermare liberamente che Dragon Trainer 2 è uno dei migliori film d'animazione occidentale degli ultimi tempi, in grado di dar credito ad un pubblico di tutte le età, infondendo valori forti senza nascondere la cattiveria del mondo per esaltare il potere della speranza di un mondo migliore.
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