22 ago 2014

Dragon Trainer 2 (How to Train Your Dragon 2), impressioni post-visione.


 Avventura, divertimento, emozione: ecco i tre ingredienti principali dell'ultima fatica della DreamWorks. Da non perdere assolutamente!



Tornano sul grande schermo il giovane vichingo Hiccup con il suo drago Sdentato (Toothless) in How To Train Your Dragon 2, uscito in Italia con il titolo di Dragon Trainer 2; secondo capitolo di quella che sarà una trilogia di film d'animazione ispirati ai romanzi di Cressida Cowell.

Ogni volta che si va al cinema per un sequiel la sottoscritta prova sempre un misto di eccitazione e preoccupazione: eccitazione nel rivedere personaggi e ambienti già conosciuti e apprezzati, preoccupazione per lo spauracchio del flop nel quale spesso rischia di schivolare un materiale già sfruttato. Fortunatamente (in barba ad alcune critiche poco fiduciose) il film è stato all'altezza delle mie più alte aspettative.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il salto temporale, infatti la vicenda si svolge cinque anni dopo il primo capitolo, il nostro protagonista ha ormai vent'anni e da adolescente sta approdando nel mondo degli adulti, cosa visibile anche nell'aspetto fisico (l'accenno di barba è un tocco di classe da parte degli animatori). Ho apprezzato questo aspetto perché di rado si affronta seriamente in un film con un target maggormente giovane il tema del passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Infatti il giovane Hiccup dovrà fare i conti con il fatto di essere il successore del capo del villaggio mettendosi di fronte alla consapevolezza di acquisire non solo responsabilità di un adulto ma anche di un leader. Ho apprezzato anche il rapporto con la compagna Astrid, molto realistico e genuino rispetto a tante coppie artificiose del cinema.



L'atmosfera che si respira è quella di un tangibile mondo da sogno, specie nella valle dei draghi.
Di draghi se ne trovano di tutti i tipi, anche bellissime specie nuove, ma nessuno di questi può competere con il carisma di Sdentato, magistralmente animato, in grado di trasmettere ogni tipo di emozione senza dire una parola.
Inutile dire quanto abbia apprezzato il personaggio di Valka, doppiato nella versione originale da Cate Blanchett, a mio avviso una palese citazione di Princess Mononoke; di fatto questo capitolo della saga sembra aver avuto un'evidente influenza in stile Myazaki (cosa che non mi dispiace affatto), testimonianza del fatto che anche in occidente si inizia a consolidare i film d'animazione ad un livello ben più alto rispetto a diversi anni fa. 
Altro nuovo personaggio è il cacciatore di draghi Ereth, doppiato nella versione originale dalla star di Game of Thrones Kit Harington, personaggio che (forse è solo un'impressione mia) trapela una certa ignoranza in pieno stile Jon Snow!


Più che nel capitolo precedente si percepisce il messaggio naturalista, la quasi utopica idea della possibilità di insegnare all'uomo ad adattarsi alla natura piuttosto che il contrario.
Inoltre (come accennato prima) i temi sono maturati con il protagonista, per tutta la durata del film si può leggere tra le righe come Hiccup, dove nel primo film tentava di farsi accettare dagli altri, ora tenta di mettersi alla prova per affermare se stesso, cercando una sua identità che lo porterà a capire se sia davvero in grado di essere un leader; un percorso che Sdentato percorrerà parallelamente assieme a lui.


A conti fatti ci troviamo di fronte ad un ottimo film d'animazione in grado di tener testa al primo capitolo e a soddisfare le aspettative dei fan, voler cercare difetti evidenti è solo una mera ricerca del pelo nell'uovo! Dragon Trainer 2 sa toccare argomenti anche adulti senza appesantire e riesce a bilanciare perfettamente il pathos alternandolo con piccole gag che spezzano la tensione senza però ridicolizzare lo svolgimento della trama.
Un'avventura bella da vedere che sembra quasi essere indirizzata più ai grandi che ai piccoli, che sembra voler cercare di aprire gli occhi ai nuovi adulti, esortandoli a smettere di scappare e a prendere in mano la propria vita come ha fatto Hiccup, che cerca di far capire che facciamo parte del mondo e per cambiarlo non dobbiamo isolarci ma dare l'esempio.
Un messaggio potente e colmo di speranza che non passa mai di moda.

Si può quindi affermare liberamente che Dragon Trainer 2 è uno dei migliori film d'animazione occidentale degli ultimi tempi, in grado di dar credito ad un pubblico di tutte le età, infondendo valori forti senza nascondere la cattiveria del mondo per esaltare il potere della speranza di un mondo migliore.

7 giu 2014

Parliamo di Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco)


Con l'annuncio dell'uscita nelle sale del film animato "Legend of Sanctuary", sembra più che lecito spendere due paroline riguardo la saga di Masakami Kurumada nata nel 1985, la cui trasposizione animata è divenuta una delle serie simbolo degli anni '90.



Perché ci piace Saint Seiya?
Una domanda più difficile di quanto possa sembrare. Chiunque è cresciuto con questo anime si sente fisicamente impossibilitato a parlarne male. Oggettivamente di pecche ce ne sarebbero: età dei personaggi incongruenti con l'aspetto fisico (all'inizio della serie Pegasus ha 13 anni), tempi di narrazione talvolta sballati, situazioni ridondanti, power up improbabili e un potenziale fan service che trabocca da tutte le parti. Tuttavia tali discrepanze sono ben poca cosa rispetto all'enorme successo riscontrato.
Il carisma dei personaggi, le stupende armature, i combattimenti spettacolari e un messaggio immortale: difendere la giustizia!
Ciò che trapela da ogni pagina, o da ogni scena, è l'instancabile senso di giustizia dei nostri protagonisti (e non solo) e la volontà di combattere per il Bene supremo ad ogni costo. 
Questo anime/manga si basa principalmente sui combattimenti, spesso lunghi e sofferti, contornati da un certo pathos anche grazie ai vari monologhi interiori dei personaggi; i pensieri sia dei protagonisti che degli antagonisti vengono rivelati allo spettatore, così da regalare maggiore emotività e partecipazione ad ogni duello.
Altro elemento affascinante è la dimostrazione che il confine tra Bene e Male è molto sottile e difficile da distinguere; nessun antagonista è realmente cattivo e ognuno ha più o meno le sue buone ragioni per aver scelto una fazione piuttosto che un'altra. Chi conosce Saint Seiya sa fin troppo bene che nella maggior parte dei casi ci si dispera per la morte di un antagonista come se fosse un nostro eroe.




Dopo quella conosciuta come la "Guerra Galattica", in ogni serie è presente una corsa contro il tempo che porta al superamento di vari step (case, colonne, ecc...) per poi raggiungere il boss di turno per salvare una moribonda Lady Isabel alias Atena dea della giustizia. Per motivi differenti, con differenti ambientazioni e risvolti narrativi, i nostri protagonisti sono l'emblema del percorso di crescita, nel quale, per raggiungere un obiettivo dovranno affrontare varie difficoltà e avversari sempre più forti, che potranno essere sconfitti solo con un continuo superamento dei propri limiti, a volte col sostegno dei propri amici ma il più delle volte col solo aiuto delle proprie forze. Questo è un messaggio tipico degli shonen manga, indirizzato agli adolescenti, che sprona a dare sempre il meglio di sé, e se ci si sacrifica credendo nei propri ideali si riuscirà a vincere. Saint Seiya parla di amicizia, di fede e di coraggio.

Questi sono probabilmente gli elementi che hanno reso il successo di questo anime/manga tanto longevo.


 Difficile dire cosa ci si potrà aspettare da quello che sembra un concept character di Dynasty Warriors (guardate la foto sotto e ditemi se non ho ragione).



A quanto pare la trasposizione cinematografica si baserà sulla "corsa delle 12 case" e quindi il combattimento contro i cavalieri d'oro. 
Quanti degli aspetti che hanno reso Saint Seiya una leggenda si riproporranno in questa versione riveduta e corretta? Sarà un degno tributo alla saga o si rivelerà uno scadente tentativo di sfruttare un titolo celebre? E' presto per dirlo perché il film non sarà nelle sale prima di novembre. Per ora godiamoci la serie originale insieme ai vari spin-off. I pronostici degli appassionati non sembrano dei migliori, spero solo che si sbaglino. 
Per il resto, se ne riparlerà in autunno.


29 apr 2014

5 buoni motivi per vedere Principessa Mononoke



In contemporanea con la festa del cinema, dall'8 al 15 maggio nelle sale italiane uscirà Principessa Mononoke (titolo originale Mononoke Hime), un lungometraggio animato del 1997 targato Studio Ghibli e nato dal genio di Hayao Miyazaki. 


Vedendo il grande successo riscontrato, i cinema italiani sembrano sempre più propensi a proporre la proiezione di film d'animazione giapponese, questo grazie forse ad una (lenta e faticosa) presa di coscienza da parte di un pubblico un po' meno di nicchia che il "cartone animato" non debba essere necessariamente relegato ad un pubblico infantile o comunque "poco serio", ma che possa variare il suo target a seconda dei temi narrati, esattamente come un film girato con attori in carne ed ossa.
A questo proposito non potevo non esprimere la mia a favore di uno dei film che fanno parte della rosa dei miei preferiti in assoluto (animati e non) e quindi esortare tutti a fare un salto al cinema per godere di una delle perle del cinema internazionale alla misera somma di 3 euro!

La storia narra le gesta del principe Ashitaka il quale, per salvare il suo villaggio da un gigantesco cinghiale divenuto demone, viene intaccato da una maledizione ed è costretto a lasciare la sua casa e ad andare in cerca di una cura. Durante il viaggio troverà degli uomini della Città del Ferro attaccati da dei giganteschi lupi guidati dalla dea Maro e con loro troverà San, una ragazza adottata da Maro, conosciuta anche come la principessa Mononoke (che significa "spirito vendicativo"). Giunto alla Città del Ferro scoprirà che la loro leader, Eboshi, è la causa scatenante della guerra tra gli uomini e gli spiriti della foresta e sia Maro che San la vogliono morta. Così Ashitaka si porrà in mezzo al conflitto, combattuto dalle necessità di sopravvivenza sia degli uomini che degli spiriti della foresta. 
  
Chi già conosce il film non credo abbia bisogno di tante cerimonie perché come minimo avrà già prenotato il biglietto e sarà già a conoscenza del fatto che alla pellicola sono state apportate alcune modifiche (il doppiaggio in primis) che tutti, me compresa, sono ansiosi di vedere.
Chi invece non ne ha mai sentito parlare lo esorto ad andare al cinema più degli altri affinché non perda l'occasione di gustarsi un simile capoavoro sul grande schermo.

 Ecco quindi 5 buone ragioni per cui vale la pena di vedere questo film almeno una volta nella vita: 

  
1. L'ambientazione


I soli paesaggi mozzafiato sono una gioia per gli occhi e l'atmosfera da fiaba si pone tanto discretamente da rendere credibile ogni elemento fantastico.






3. Il fantasy
  
Il mondo qui proposto, nonostante abbia caratteristiche propriamente fantastiche, si armonizza perfettamente con la narrazione tanto da far credere che la vicenda si svolga in un remoto periodo storico realmente accaduto. 

  
Le creature sono stupende ed hanno tutte un forte valore simbolico che si rifà alla mitologia nipponica. Gli spiriti della foresta sanno essere tanto imponenti e affascinanti quanto inquietanti ed enigmatici.





3. I personaggi


 Sia i protagonisti che gli antagonisti sono carismatici e ben caratterizzati. Interessante è il modo in cui vengono posti nella narrazione mostrando come nessun personaggio sia del tutto buono o del tutto cattivo; prerogativa che personalmente apprezzo perché in grado di dare maggior spessore alla trama.







4. Le tematiche


 I temi trattati toccano molti punti. Nonostante questo sia conosciuto come un film pro-ambiente, dato che pone in questione la continua contrapposizione umanità-natura, tramite questo filo conduttore si sviluppano temi che riguardano anche la guerra, la vendetta, il dovere, il sacrificio e l'amore e di come tutto ciò venga costantemente messo in discussione. Infatti viene mostrato come la guerra non abbia mai veri vincitori o come la persona amata non sia necessariamente come si vorrebbe. La stessa dicotomia tra l'uomo e la natura mette in gioco l'irrisolta faccenda della sopravvivenza del genere umano a scapito dell'ambiente che lo circonda.






5. Il messaggio


 La storia dà un enorme credito al pubblico regalandogli svariate chiavi di lettura oltre a quella più evidente: è l'odio a trasformarci in demoni. Il vero antagonista della storia è di fatto l'odio che ci porta a compiere azioni spregevoli e ci fa dimenticare i nostri affetti per rincorrere la gloria, il potere o la vendetta e va ad intaccare tutto ciò che è buono e puro. Un messaggio molto forte e molto complesso da trasmettere ma che aleggia per tutta la narrazione, dall'inizio all'emozionante finale.



Ovviamente ho tralasciato diversi particolari tutt'altro che irrilevanti perché vorrei esortarvi a scoprirli voi stessi (come la colonna sonora per dirne una). Dato che trovare questo film in home video non è uno scherzo, ritengo questa occasione più unica che rara. Ora tutto sta nello sperare che i cinema in cui verrà trasmesso saranno umanamente reperibili e chissà, forse dopo questo evento il dvd di Principessa Mononoke non avrà più la stessa disponibilità del santo graal. 
Staremo a vedere...

Salvo imprevisti, ci si vede al cinema!